In una delle sue più importanti opere “Il Libro Rosso”, Jung parla di due spiriti che guidano l’uomo nella sua esistenza: lo “Spirito del tempo” espressione degli ideali del tempo ai quali l’individuo tende ad adattarsi e lo “Spirito del profondo” quello che conduce nelle profondità dell’essere e che di adattamento non vuole saperne.
Il Libro rosso
Il Libro Rosso è un’opera scritta tra il 1913 e il 1930 ed è la risultante di un lungo lavoro introspettivo che Jung operò su sé stesso. I suoi contenuti sono il frutto di uno straordinario dialogo che Jung ebbe con il proprio mondo inconscio e l’”immaginazione attiva” fu il metodo innovativo che utilizzò per entrare in comunicazione con esso.
Il Libro Rosso è ritenuto un’opera centrale, da lui stesso riconosciuta la più significativa, sulla quale si strutturò tutto il lavoro scientifico che ne seguì.
L’opera è stata resa pubblica solo nel 2002 quando gli eredi ne hanno acconsentito la pubblicazione. Grazie a questa decisione ora abbiamo a disposizione questo straordinario testo che ci ha permesso non solo di comprendere meglio Jung come uomo, ma di comprendere con una prospettiva più profonda le sue teorie.
Il Libro Rosso è un libro di grande intimità, ci conduce nel mondo privato di Jung, ci porta ad ascoltare i dialoghi più segreti che quest’uomo ebbe con la propria Anima. Leggendolo entriamo nel suo mondo più confidenziale, al punto da provare quasi una nota di imbarazzo per aver potuto accedere a così tanta intimità.
“La via di quel che ha da venire” – il Libro Rosso
Volgendo lo sguardo al proprio mondo interiore Jung scopre che oltre allo spirito del tempo esiste un altro spirito, lo spirito del profondo, nel quale riconosce un potere ancora più grande di quello dello spirito del tempo, un potere tale da fargli perdere quei riferimenti che lo avevano guidato fino a quel momento.
Dal Libro Rosso: “Ho imparato che, oltre lo spirito di questo tempo, è all’opera anche un altro spirito, e cioè quello che governa la profondità di ogni presente. Lo spirito di questo tempo vorrebbe sentire di cose utili e che valgano. Anch’io la pensavo in questo modo e la mia parte umana continua pur sempre a pensarla così. Ma quell’altro spirito mi costringe comunque a parlare, al di là di ogni giustificazione, utilità e senso. Ricolmo di umana fierezza e accecato dallo spirito presuntuoso di questo tempo, a lungo ho cercato di tener lontano da me quell’altro spirito.
Ma non consideravo che lo spirito del profondo, da tempo immemorabile e per ogni avvenire, possiede un potere più grande dello spirito di questo tempo, che muta con le generazioni. Lo spirito del profondo ha sottomesso al potere del giudizio ogni fierezza e ogni arroganza. Mi ha tolto la fede nella scienza, mi ha privato del piacere di spiegare le cose e di classificarle e ha fatto spegnere in me la dedizione agli ideali di questo tempo.
Mi ha costretto a calarmi nelle cose ultime e più semplici. Lo spirito del profondo mi ha tolto la ragione e tutte le mie conoscenze, per porle al servizio dell’inesplicabile e del paradossale. Mi ha privato del linguaggio e della scrittura per tutto ciò che non stava al servizio di quest’unica cosa, ossia dell’intima fusione di senso e non senso che produce il senso superiore”
Cos’è lo Spirito del Tempo o Zeitgeist
Con Spirito del tempo, in tedesco indicato tendenzialmente con il termine Zeitgeist, si intende la tendenza culturale predominante in una determinata epoca. Quella tendenza in grado di influenzare la formazione dell’individuo, in altre parole, la “coscienza collettiva” tipica di un determinato periodo storico al quale inevitabilmente si aderisce.
Jung si rende conto come tutta la sua vita sia stata guidata dallo spirito del tempo. Ogni interesse mostrato per determinati studi, per la scienza, la ricerca o per le relazioni stesse , è stato influenzato da questo spirito che opera a livello sociale, collettivo.
Lo spirito del tempo di fatto è ciò che spinge l’individuo ad abbracciare gli ideali del tempo conformandosi ad essi, è ciò che conduce l’essere al sapere scientifico, a tutto quello che appare logico e razionale, utile e giustificato, praticamente a tutto quello che attraverso una rigida razionalità può avere un “senso”.
Cos’è lo Spirito del Profondo
Ma poi esiste un altro spirito che opera nel profondo, il quale lo si può incontrare solo guardando dentro sé stessi. A differenza del primo, quest’ultimo non vuole parlare di cose utili e razionali o di ideali del tempo. Se lo si ascolta, costringe a prestare attenzione a tutto ciò che è ingiustificato, inutile e che sembra non avere un senso. Lo spirito del profondo conduce al mondo del “non senso”, in quella profondità che appartiene ad ogni essere umano.
Questo spirito spiazza e fa perdere ogni riferimento razionale acquisito, le leggi del tempo decadono perdendo ogni validità.
Lo spirito del profondo è ciò che conduce verso il mondo dell’essenza, al regno dello spirituale e della solitudine, è ciò che porta a prendere contatto con la propria Anima, a trovare quella parte di sè stessi che è stata ignorata per effetto di adattamenti socio-culturali ai quali inesorabilmente ci si sottomette.
Pertanto, mentre lo spirito del tempo ci vuole conformati alla collettività, quello del profondo ci vuole conformati alla nostra essenza.
Spiriti complementari
È una sfida tra due opposti, ma proprio perché tali non possono che essere complementari. In questo primo paragrafo, “la via di quel che ha da venire“, vediamo svilupparsi un vero e proprio dialogo interiore con questi due spiriti, ognuno dei quali tenta di sostenere le proprie ragioni mettendo in dubbio la necessità di dover considerare anche l’altro.
L’uno però non può escludere l’altro, entrambi gli spiriti sono necessari in quanto il dominio di uno e l’estraniazione dell’altro, non potrebbe che portare ad inevitabili forme di disagio.
Ne abbiamo un esempio nella società in cui viviamo dove vi è un evidente strapotere dello spirito del tempo, il dominio del “senso” e del razionale. Il risultato di questa unilateralità ha portato lo sviluppo di forme sempre più aride di pensiero e la conseguente formazione di individui con una visione superficiale della vita, privi della possibilità di avere una consapevolezza più ampia di sé e della realtà circostante.
Non di meno sarebbe la forma di disagio che si creerebbe se a dominare in modo assolutistico fosse lo spirito del profondo e quindi il mondo del “Non-Senso”. Il dominio di questo spirito porterebbe l’individuo nel caos, nel disordine mentale. A guidare ci sarebbero pensieri astratti e pertanto l’impossibilità di comunicare in modo da essere compresi, e questo spingerebbe l’individuo ad un inesorabile isolamento ed emarginazione.
Senso Superiore: la via dell’individuazione
Come dice Jung, i due mondi ”Senso” e “Non-senso” devono unirsi in un’ intima fusione per produrre un “Senso superiore” che è la via che conduce a ciò che l’individuo deve diventare, “quel che ha da venire”.
Ma per togliere lo strapotere dello spirito del tempo è necessaria una trasformazione che deve avvenire dentro ognuno di noi, un necessario sacrificio di quelle parti dominanti che ci hanno reso ciechi e sordi. Questo sacrificio è l’unico modo per poter raggiungere quel “Senso Superiore”, la via che ci permette di arrivare alla nostra essenza rimanendo in sintonia con il mondo fuori.
Il “Senso superiore” è la via che è in noi, in altre parole è la via da seguire per realizzare ciò che siamo, è la via dell’individuazione. Seguire la via di altri, seguire un modello, significa realizzare la vita di qualcun’ altro, una vita che molto probabilmente poco ci appartiene. Così Jung chiude questo primo paragrafo con un monito:
La via è in noi, ma non in dei, né in dottrine, né in leggi.
In noi è la via, la verità è la vita.
Guai a coloro che vivono seguendo dei modelli! La vita non è con loro. Se voi vivete seguendo un modello, allora vivrete la vita del modello, ma chi dovrebbe vivere la vostra vita, se non voi stessi? Dunque vivete voi stessi.
“Esiste solo una via ed è la vostra via”
Bibliografia:
- C.G.Jung – “Il Libro Rosso”
2 risposte
Grazie di ciò che esprime. Complimenti. Salve.
Grazie Vittorio